Dino Coltro (Author)
Marco Girardi (Editor)
Buona parte dei rimedi contro le malattie era, in passato, ricavata da piante spontanee o coltivate nell’orto. L’erboristeria contadina e popolare conserva ancora la memoria di infusi, decotti, impiastri usati per secoli e che gli stessi farmacisti di un tempo avevano in gran parte recuperati e migliorati. L’uso elementare delle “erbe medicamentose”, con precise indicazioni sui sintomi delle malattie da combattere, faceva parte delle comuni conoscenze degli anziani e la prima cura avveniva in famiglia. L’esperienza collettiva si arricchiva spesso a livello individuale di una conoscenza di erbe “speciali” e la fiducia in questo o in quel trattamento si misurava dal rispetto che un “botanico” sapeva suscitare nella gente. Esistevano, appunto, “esperti” di fama, chiamati “botanici”, ai quali si ricorreva in caso di gravità o di insistenza del male, indicati dalla pubblica opinione come autentici “guaritori”, contrapponendo la loro “arte” sicura e consolidata nel tempo, alla scienza dei dottori: difficilmente il malato riusciva infatti a stabilire un rapporto umano con il medico, mentre il “botanico”, el zarlatan appartenevano alla “categoria dei poveri” e ne conoscevano i mali. [Abstract translated by Google Translate: This is the abstract in English… In the past, most of the remedies against diseases were obtained from wild plants or those grown in the garden. Peasant and popular herbalism still preserves the memory of infusions, decoctions and poultices used for centuries and which the pharmacists of the past themselves had largely recovered and improved. The elementary use of "medicinal herbs", with precise indications on the symptoms of the diseases to be fought, was part of the common knowledge of the elderly and the first treatment took place in the family. The collective experience was often enriched at an individual level with a knowledge of "special" herbs and trust in this or that treatment was measured by the respect that a "botanist" knew how to inspire in people. There were, in fact, renowned "experts", called "botanists", who were used in cases of seriousness or persistence of the disease, indicated by public opinion as authentic "healers", contrasting their safe and consolidated "art" over time , to the science of doctors: the patient was hardly able to establish a human relationship with the doctor, while the "botanist", the zarlatan belonged to the "category of the poor" and knew its ailments.]
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