Benedetti, Rocco (Author)
Calabi, Donatella (Editor)
Svalduz, Elena (Editor)
Mola, Luca (Editor)
Rauch, Simone (Editor)
Nel 1576 il notaio Rocco Benedetti, che lavora a Venezia, la descrive con lo sgomento di chi assiste alle prime manifestazioni della peste e ne vede gli effetti di persona. Benedetti testimonia il progredire del morbo, riporta le richieste rivolte ai medici dello Studio di Padova per arginarlo e le loro risposte, tranquillizzanti all’inizio, contraddittorie in seguito. Ha sotto i propri occhi l’immenso sforzo compiuto dalle strutture sanitarie e l’esplodere delle diversità sociali. I provvedimenti presi dalle magistrature della Repubblica per tenere lontane tra loro le persone contagiate, per isolare le zone colpite, per disinfettare case e luoghi destano curiosità e stupore. Le analogie di molti stati d’animo, gli effetti improvvisi prodotti dal diffondersi della paura sui comportamenti della popolazione e sull’uso degli spazi urbani, appaiono singolarmente simili all’esperienza vissuta da chi legge oggi, a distanza di quasi cinque secoli, questa breve, vivacissima narrazione su di uno dei più cosmopoliti centri urbani d’Europa mentre passa, repentinamente, dall’affollamento al vuoto. [Abstract translated by Google Translate: This is the abstract in English… In 1576 the notary Rocco Benedetti, who works in Venice, describes it with the dismay of those who witness the first manifestations of the plague and see its effects in person. Benedetti testifies to the progress of the disease, reports the requests made to the doctors of the Padua clinic to stem it and their answers, reassuring at first, contradictory later. He witnesses the immense effort made by health facilities and the explosion of social diversity. The measures taken by the magistrates of the Republic to keep the infected people away from each other, to isolate the affected areas, to disinfect houses and places arouse curiosity and amazement. The analogies of many moods, the sudden effects produced by the spread of fear on the behavior of the population and on the use of urban spaces, appear singularly similar to the experience lived by those who read today, almost five centuries later, this brief and lively narration about one of the most cosmopolitan urban centers in Europe as it suddenly passes from crowding to emptiness.]
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